giovedì 8 settembre 2011

Quando parli, tieni sempre presente...

Oggi, vorrei condividere con voi quanto ho trovato in una omelia di don Marco Pedron a proposito del Vangelo di domenica scorsa Mt 18,15-20 sul tema della correzione fraterna, secondo me molto difficile ai giorni nostri sia nei panni di chi corregge, sia in quelli di chi viene corretto. Le righe che seguiranno ci possono aiutare quando siamo chiamati dalle circostanze a contribuire alla crescita del nostro prossimo:

Quando parli, tieni sempre presente questa regola

Ad un rabbino fu chiesto: “Fino a quando dovrò ammonire mio fratello?”. E il rabbino rispose con quattro domande: “Quanto tempo ci vuole per fare una casa?”. E il discepolo rispose: “Un anno”. Quanto tempo ci vuole per fare un albero?”. “Cinque anni”. “Quanto tempo ci vuole per fare un figlio?”. “Quindici anni”. “E quanto tempo ci vuole per distruggere tutto questo?” “Un attimo!”. Concluse il rabbino: “Vedi, ci vuole così tanto tempo per costruire ma basta un attimo per distruggere”.
Quando parli, tieni sempre presente questa regola e stai attento alle tue parole perché possono essere una bomba: una volta innescata, scoppia. E in un attimo si distruggono anni, rapporti, amicizie, famiglie. Non ti preoccupare di ammonire tuo fratello, preoccupati di ascoltarlo e di entrare nel suo cuore.

Pensiero della settimana
Un mattino, come spesso accadeva, il califfo chiamò un indovino e gli raccontò il seguente sogno: “Ho sognato che i miei denti cadevano l’uno dopo l’altro e alla fine la mia bocca restava senza denti. Cosa ne pensi?”. “Oh! signore, non è un buon segno. Il sogno significa che i tuoi parenti moriranno prima di te e tu rimarrai da solo!”, gli disse l’indovino. Il califfo si rattristò e si infuriò a tal punto che ordinò all’esperto di non farsi più vedere. Quindi raccontò il sogno ad un altro mago. Questi gli rispose: “Oh! mio signore, è un buon segno. Il sogno prevede che la tua vita sarà lunga e che tu sopravviverai ai tuoi parenti e camperai più di tutti!”. Il califfo tutto contento disse: “Che bel sogno!”, e diede cento denari all’esperto che lo aveva interpretato così bene. Poi ripensò a ciò che gli aveva detto il primo indovino e si disse: “Ma, mi ha detto la stessa cosa! Ma come potevo accettare una verità, così come me l’ha posta lui?”.

Anche la verità più bruciante si può dire con amore.
Non è tanto il cosa ma il come che ci fa paura.
Non la verità da affrontare ma come ci viene posta.


Tratto dal sito lambarené una volta entrati, cliccare su “così per amore” e ci sono a disposizione tutte le omelìe di don Marco Pedron. Quanto sopra è alla fine di quella n. 9.41 e che si intitola: “Cuori che vibrano all’unisono”.
Ciao e alla prossima.
Tanino

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