Ciao caro/a amico/a, se è la prima volta che
visiti il mio sito o blog…benvenuto/a. Come dicevo nel mio precedente post dal
titolo “La grande motivazione”, ho deciso di scrivere la mia esperienza di vita
in riferimento alla mia fede ed ora, tu e io, cammineremo insieme per una
manciata di minuti…giusto il tempo di arrivare in fondo a questa mia riflessione
che, mi auguro, ti possa in qualche modo giovare. Pronti? Via! Avanti tutta e
velocità di crociera!
Parecchi anni fa, dopo aver recitato il credo
durante una S. Messa, ho pensato questo: “Se mai un giorno dovessi scrivere un
libro in materia di Fede, lo dedicherò a Gesù e lo intitolerò << E si è
fatto uomo>>”. Bene, quel giorno è arrivato: c’è la voglia di comporre,
c’è il titolo….manca il libro che, conscio dei miei limiti, non ho alcuna
intenzione di scrivere cimentandomi in qualcosa di notevolmente superiore alle
mie capacità.
Entro subito nel vivo dicendoti che vedrò, in
questa mia riflessione, di considerare le varie situazioni della mia vita nelle
quali ho sentito la viva presenza di Gesù accanto a me e questo lo considero un
tesoro da condividere!
Parto con una domanda: Cosa temiamo di più noi
esseri umani? Direi proprio la morte….beh, ciao; è stato un piacere; arrivederci
a un’altra volta…Cosa? Non vuoi mollare di leggermi?! Anche se sto trattando un
argomento scabroso? Allora, posso continuare e lo faccio iniziando dal motivo
per il quale ho definito la morte: argomento scabroso. Dimmi, quante volte hai
sentito parlare della morte non dico con gioia, sarebbe da pazzi, ma
semplicemente con serenità e considerandola parte integrante della vita?
Diciamola com’è, non siamo attrezzati a parlarne o a sentirne parlare;
preferiamo cambiare canale o evitare la questione magari ricorrendo alla frase
di questo tipo: “Basta parlare di cose brutte; è già dura la vita….parliamo di
cose belle”. Così facendo, perdiamo un’occasione di crescita. Nel profondo del
nostro cuore, albergano il desiderio di vivere e le sane aspirazioni da
concretizzare per cui la morte è, di fatto, del tutto indesiderata e nemmeno la
vorremmo nei nostri discorsi. Gesù lo sa! anche in questo è stato solidale con
noi condividendo questa dolorosa esperienza. Non so se sei d’accordo con me se
affermo che quando una persona a noi cara “passa a miglior vita”, una parte di
noi la segue. Per me è stato così. Mia mamma…mio papà…i nonni…gli zii…fino a …
mio figlio. Ecco, è proprio di questa ultima “visita” di sorella morte che ti
voglio far parte. Il piccolo Emanuele, così si sarebbe chiamato se fosse nato,
era al terzo mese e mezzo di gestazione. Ricordo tutto: la corsa in ospedale, il
verdetto e la mia richiesta di avere il corpo per tumularlo nella tomba di
famiglia insieme ai miei cari. A termini di legge, ho dovuto interessare il mio
amico Daniele, titolare di un’impresa di pompe funebri. Tutto era
drammaticamente pronto per il trasporto al cimitero. Daniele, leggendo il mo
volto e guardando come tenevo stretta quella piccola “urna” di zinco mi ha
chiesto se volevo tenerlo in macchina con me e trasportarlo io fino al cimitero.
Così è stato. In macchina eravamo solo noi due e ricordo che, ad un certo punto,
con le lacrime agli occhi, mi sono rivolto a lui con queste parole. “ Fra pochi
mesi ti avrei portato al mare, invece adesso ti sto portando al cimitero”. Ero
triste ma dopo pochi minuti…al varco, …come ad ogni varco della mia vita,…mi
stava aspettando lei….la fede che mi ha fatto continuare la frase così: …”Ma so
che sei in braccio a Gesù”. Le lacrime continuavano a scendere ma ora su un
volto sorridente. Incredibile! Come ho potuto piangere col volto sorridente….E’
stato Lui….Gesù che, anche in quel momento, non mi ha lasciato solo, come non ha
lasciato soli mia moglie e gli altri miei figli.
Moglie? Figli? Si, sono felicemente sposato con
figli. Tanto per non smentirmi, Maria, così si chiama mia moglie, l’ho
conosciuta in chiesa….E te pareva!?. L’anno dopo, nella stessa chiesa, il
matrimonio. Wow! Che gioia! A questo punto tu, caro/a amico/a, potresti pensare
“Voglio vedere se adesso, caro Tanino, mi tiri in ballo Gesù e in che modo”.
Ebbene sì, Gesù era presente. Ricordi dove ha compiuto il Suo primo miracolo?
Alle nozze di Cana. Già, era ad un matrimonio, a quel matrimonio che per me
rappresenta tutti i matrimoni del mondo. Ricordo d’aver letto, tempo fa, questa
frase: “Dove l’umano si realizza, il Divino è presente”. Non so chi è l’autore;
so solo che mi è piaciuta a tal punto che non l’ho dimenticata. Siccome credo
fermamente alla presenza viva di Gesù anche nel mio matrimonio, mi è
particolarmente piaciuta una foto scattata dal fotografo durante la cerimonia
perché sullo sfondo si vede chiaramente la statua del Sacro Cuore che c’è nella
nostra chiesa. Ebbene, di quella foto, Maria ed io, abbiamo fatto fare
l’ingrandimento e l’abbiamo appeso in camera da letto. La nostra famiglia è ben
lontana da quella che vediamo in TV durante la pubblicità all’insegna del tutto
bello, tutto va bene. I problemi ci sono e la fatica anche. Per non parlare
delle giuste e sacrosante preoccupazioni per le cose da espletare giornalmente.
Non c’è che l’imbarazzo della scelta. Pensare al futuro è proprio di ogni
persona responsabile però bisogna stare attenti a non fare in modo che la troppa
preoccupazione per il domani non ci permetta di vivere in pienezza l’oggi. Penso
che sia proprio questo il messaggio che Gesù abbia voluto lanciare quando ha
detto di non preoccuparsi troppo per il domani e che ogni giorno basta la sua
pena. Queste cose le so da una vita ma certe volte è come se non le sapessi
affatto e in quei momenti ben mi rappresenta l’apostolo Pietro quando si è preso
da Gesù dell’”uomo di poca fede”. E’ il racconto evangelico di Gesù che cammina
sulle acque e invita Pietro a uscire dalla barca per andarGli incontro. Pietro
esce dalla barca ma la sua fede non è totale; così, piano, piano, inizia a
sprofondare nel mare del dubbio; ma proprio mentre si sentiva in pericolo, ecco
la mano di Gesù pronta a salvarlo. Così è anche per me nei momenti di poca fede;
riesco sempre a trovare delle energie inaspettate che null’altro sono che la Sua
provvida Mano. Tempo fa, parlando di questo con un sacerdote gli ho detto: “A
volte la mia fede viene meno e scappo via da Dio”. Sai qual è stata la sua
risposta?: “Fa niente…Lui corre più veloce di te e ti riacchiappa”. O mamma mia!
Stavo parlando del matrimonio e ho un po’ divagato…scusami. Riprendo subito il
filo del discorso dicendoti, caro/a amico/a, che mi è piaciuta anche un’altra
cosa che riguarda il matrimonio. Si tratta di un fatto che vede protagonisti un
Cardinale, di cui non ricordo il nome, e due fidanzati prossimi al “Grande
Passo”, come si diceva tempo fa. E va bene, visto che insisti, te lo racconto:
Un giorno, un Cardinale della Chiesa cattolica ha detto a due fidanzati, che
conosceva molto bene, che il corso prematrimoniale glielo avrebbe tenuto lui in
privato. Figuriamoci l’emozione dei due giovani quando si sono presentati
nell’ufficio del prelato armati di carta e penna pensando a chissà quali e
quante belle cose avrebbero ascoltato. Egli, dopo le solite battute del più e
del meno, esordisce dicendo: “Iniziamo il corso?....Bene!...PERDONATEVI SEMPRE,
PERDONATEVI TUTTO, PERDONATEVI SUBITO. Ecco ragazzi, per voi il corso è finito.
Potete andare”. Non so che faccia abbiano fatto quei due; dico soltanto che il
Cardinale ha centrato il suo intelligente e ricco intervento su uno dei pilastri
della vita cristiana in generale e del matrimonio in particolare…il perdono!
Molti anni fa, quando ero adolescente, amavo leggere la rubrica: “Colloqui col
Padre” del settimanale Famiglia Cristiana. Mi piaceva perché in essa venivano
pubblicate alcune lettere, giunte in redazione, riguardanti diverse situazioni
di vita. A queste faceva seguito la risposta di un sacerdote. Ne ricordo una in
particolare. Era scritta da una donna che ha tradito il marito in un momento di
debolezza. Essa amava il marito e il rimorso si era impadronito di lei…non
viveva più…..sentiva il bisogno di espiare “la colpa”. Una sera, a letto, dopo
lunghi attimi di silenzio disse “ Ti ho tr….” Ma lui le chiuse immediatamente la
bocca con un bacio dicendole: “Lo so, non parliamone più”. Quella donna concluse
la sua lettera dicendo che da quel giorno amava suo marito più di se stessa. Per
me, quell’uomo era un grande; un autentico maestro di vita. Ma anche lei non era
da meno per via del rimorso e della scelta di dire tutto al marito col rischio
di perderlo…di perdere un tipo così. Ti confesso che li ammiro entrambi.
Un altro momento della vita in cui ho fatto, e
faccio tuttora, l’esperienza di sentire Gesù presente è la sofferenza. Anche
Lui l’ha provata e sicuramente non poca. Molte volte questa “signora” porta con
sé sua cugina…la solitudine; ma anche qui Lui è presente. Purtroppo, a volte
dimentico che con me sta soffrendo anche Gesù dando modo alla tristezza di
prendere il sopravvento; segno, secondo me, di un residuo di ribellione alla
sofferenza, alla malattia e a quanto essa comporta. Fortunatamente per me,
questi momenti vengono superati perché se è vero che la tristezza è sempre
pronta a colpire, è altrettanto vero che Gesù non se ne sta bello comodo con “le
mani in mano” Gesù agisce operando comunque una “guarigione”. Sono più che mai
convinto che, nel corso della mia vita, ho ricevuto tanti miracoli, tante
guarigioni senza essermene accorto perché nel mio cuore gli occhi della fede
erano chiusi. Fondamentale per me, in questo caso, è il racconto evangelico dei
Discepoli di Emmaus che, stanchi, delusi e tristi per la morte di Gesù hanno
finito per averlo come compagno di viaggio. Mi piace tanto da far fremere la
mia anima il punto del racconto che dice.”…si mise a camminare con loro”. Unico
questo Dio; vede la nostra tristezza e si mette a camminare con noi per
riportarci alla gioia. Si, scusa caro amico o amica se mi ripeto ma per me è
troppo importante: sulla strada della delusione, dell’amarezza, dei momenti di
chiusura c’è sempre Gesù pronto a camminare con noi e dopo un percorso interiore
che può durare minuti, ore, giorni, mesi o anni … la gioia ritorna a casa
padrona del cuore.
Un’ultima cosa poi concludo. Sento la presenza
viva di Gesù accanto a me anche quando ho modo di svolgere un servizio: una
parola buona, un piacere, un conforto o aiuto morale…quattro chiacchiere in
materia di fede…perché no? Si parla tanto, di tutto, di più ma…di Dio? Scommetto
che se parlassimo più spesso di Dio, saremmo tutti più uniti, più vicini gli uni
agli altri, diventeremmo a poco a poco uomini di pace. Sempre a poco a poco, mai
di fretta, impareremmo anche a nutrirci maggiormente di Lui attraverso l’ascolto
della Sua parola soprattutto il Vangelo che di versetto in versetto trasforma e
riscalda il nostro cuore. Gesù ci ha lasciato il Suo Corpo:l’Eucarestia che
nasce come un unico Pane, si frantuma in tantissime parti (particole), entra nel
cuore degli uomini e poi? …e poi quel Pane cerca di ricomporsi
ancora…avvicinando tra loro gli uomini. Ecco chi è Dio. E’ Colui che ci ha
creato per amore e sempre per amore, un bel giorno, ha lasciato il comodo
cielo…e…e si è fatto uomo.
Caro/a amico/a, non ho parole per ringraziarti
d’avermi letto fin qui. Fra pochi istanti, il mio cuore cesserà di dettare alle
mie mani le parole da scrivere e si rivolgerà a Dio, affinché tu possa sentire
in ogni momento la Sua presenza nella tua vita sempre e comunque splendida ai
Suoi occhi…e ai miei.
Ciao.
Tuo affezionatissimo
Tanino
Martedì, 1 luglio 2014