sabato 19 luglio 2014

E si è fatto uomo

Ciao caro/a amico/a, se è la prima volta che visiti il mio sito o blog…benvenuto/a. Come dicevo nel mio precedente post dal titolo “La grande motivazione”, ho deciso di scrivere la mia esperienza di vita in riferimento alla mia fede ed ora, tu e io, cammineremo insieme per una manciata di minuti…giusto il tempo di arrivare in fondo a questa mia riflessione che, mi auguro, ti possa in qualche modo giovare. Pronti? Via! Avanti tutta e velocità di crociera!

Parecchi anni fa, dopo aver recitato il credo durante una S. Messa, ho pensato questo: “Se mai un giorno dovessi scrivere un libro in materia di Fede, lo  dedicherò a Gesù e lo intitolerò << E si è fatto uomo>>”.  Bene, quel giorno è arrivato: c’è la voglia di comporre, c’è il titolo….manca il libro che, conscio dei miei limiti, non ho alcuna intenzione di scrivere cimentandomi in qualcosa di notevolmente superiore alle mie capacità.
Entro subito nel vivo dicendoti che vedrò, in questa mia riflessione, di considerare le varie situazioni della mia vita nelle quali ho sentito la viva presenza di Gesù accanto a me e questo lo considero un tesoro da condividere!
Parto con una domanda: Cosa temiamo di più noi esseri umani? Direi proprio la morte….beh, ciao; è stato un piacere; arrivederci a un’altra volta…Cosa? Non vuoi mollare di leggermi?! Anche se sto trattando un argomento scabroso? Allora, posso continuare  e lo faccio iniziando dal motivo per il quale ho definito la morte: argomento scabroso. Dimmi, quante volte hai sentito parlare della morte non dico con gioia, sarebbe da pazzi, ma semplicemente con serenità e considerandola parte integrante della vita? Diciamola com’è, non siamo attrezzati a parlarne o a sentirne parlare; preferiamo cambiare canale o evitare la questione magari ricorrendo alla frase di questo tipo: “Basta parlare di cose brutte; è già dura la vita….parliamo di cose belle”. Così facendo, perdiamo un’occasione di crescita. Nel profondo del nostro cuore, albergano il desiderio di vivere e le sane aspirazioni da concretizzare per cui la morte è, di fatto, del tutto indesiderata e nemmeno la vorremmo nei nostri discorsi. Gesù lo sa! anche in questo è stato solidale con noi condividendo questa dolorosa esperienza. Non so se sei d’accordo con me se affermo che quando una persona a noi cara “passa a miglior vita”, una parte di noi la segue. Per me è stato così. Mia mamma…mio papà…i nonni…gli zii…fino a … mio figlio. Ecco, è proprio di questa ultima “visita” di sorella morte che ti voglio far parte. Il piccolo Emanuele, così si sarebbe chiamato se fosse nato, era al terzo mese e mezzo di gestazione. Ricordo tutto: la corsa in ospedale, il verdetto e la mia richiesta di avere il corpo per tumularlo nella tomba di famiglia insieme ai miei cari. A termini di legge, ho dovuto interessare il mio amico Daniele, titolare di un’impresa di pompe funebri. Tutto era drammaticamente pronto per il trasporto al cimitero. Daniele, leggendo il mo volto e guardando come tenevo stretta  quella piccola “urna” di zinco mi ha chiesto se volevo tenerlo in macchina con me e trasportarlo io fino al cimitero. Così è stato. In macchina eravamo solo noi due e ricordo che, ad un certo punto, con le lacrime agli occhi, mi sono rivolto a lui con queste parole. “ Fra pochi mesi ti avrei portato al mare, invece adesso ti sto portando al cimitero”. Ero triste ma dopo pochi minuti…al varco, …come ad ogni varco della mia vita,…mi stava aspettando lei….la fede che mi ha fatto continuare la frase così: …”Ma so che sei in braccio a Gesù”. Le lacrime continuavano a scendere ma ora su un volto sorridente. Incredibile! Come ho potuto piangere col volto sorridente….E’ stato Lui….Gesù che, anche in quel momento, non mi ha lasciato solo, come non ha lasciato soli mia moglie e gli altri miei figli.
Moglie? Figli? Si, sono felicemente sposato con figli. Tanto per non smentirmi, Maria, così si chiama mia moglie, l’ho conosciuta in chiesa….E te pareva!?. L’anno dopo, nella stessa chiesa, il matrimonio. Wow! Che gioia! A questo punto tu, caro/a amico/a, potresti pensare “Voglio vedere se adesso, caro Tanino, mi tiri in ballo Gesù e in che modo”. Ebbene sì, Gesù era presente. Ricordi dove ha compiuto il Suo primo miracolo? Alle nozze di Cana. Già, era ad un matrimonio, a quel matrimonio che per me rappresenta tutti i matrimoni del mondo. Ricordo d’aver letto, tempo fa, questa frase: “Dove l’umano si realizza, il Divino è presente”. Non so chi è l’autore; so solo che mi è piaciuta a tal punto che non l’ho dimenticata.  Siccome credo fermamente alla presenza viva di Gesù anche nel mio matrimonio, mi è particolarmente piaciuta una foto scattata dal fotografo durante la cerimonia perché sullo sfondo si vede chiaramente la statua del Sacro Cuore che c’è nella nostra chiesa. Ebbene, di quella foto, Maria ed io, abbiamo fatto fare l’ingrandimento e l’abbiamo appeso in camera da letto. La nostra famiglia è ben lontana da quella che vediamo in TV durante la pubblicità  all’insegna del tutto bello, tutto va bene. I problemi ci sono e la fatica anche. Per non parlare delle giuste e sacrosante preoccupazioni per le cose da espletare giornalmente. Non c’è che l’imbarazzo della scelta. Pensare al futuro è proprio di ogni persona responsabile però bisogna stare attenti a non fare in modo che la troppa preoccupazione per il domani non ci permetta di vivere in pienezza l’oggi. Penso che sia proprio questo il messaggio che Gesù abbia voluto lanciare quando  ha detto di non preoccuparsi troppo per il domani e che ogni giorno basta la sua pena. Queste cose le so da una vita ma certe volte è come se non le sapessi affatto e in quei momenti ben mi rappresenta l’apostolo Pietro quando si è preso da Gesù dell’”uomo di poca fede”.  E’ il racconto evangelico di Gesù che cammina sulle acque e invita Pietro a uscire dalla barca per andarGli incontro. Pietro esce dalla barca ma la sua fede non è totale; così, piano, piano,  inizia a sprofondare nel mare del dubbio; ma proprio mentre si sentiva in pericolo, ecco la mano di Gesù pronta a salvarlo. Così è anche per me nei momenti di poca fede; riesco sempre a trovare delle energie inaspettate che null’altro sono che la Sua provvida Mano. Tempo fa, parlando di questo con un sacerdote gli ho detto: “A volte la mia fede viene meno e scappo via da Dio”. Sai qual è stata la sua risposta?: “Fa niente…Lui corre più veloce di te e ti riacchiappa”. O mamma mia! Stavo parlando del matrimonio e ho un po’ divagato…scusami. Riprendo subito  il filo del discorso dicendoti, caro/a amico/a, che mi è piaciuta anche un’altra cosa che riguarda il matrimonio. Si tratta di un fatto che vede protagonisti un Cardinale, di cui non ricordo il nome, e due fidanzati prossimi al “Grande Passo”, come si diceva tempo fa. E va bene, visto che insisti, te lo racconto: Un giorno, un Cardinale della Chiesa cattolica ha detto a due fidanzati, che conosceva molto bene, che il corso prematrimoniale glielo avrebbe tenuto lui in privato. Figuriamoci l’emozione dei due giovani quando si sono presentati nell’ufficio del prelato armati di carta e penna pensando a chissà quali e quante belle cose avrebbero ascoltato. Egli, dopo le solite battute del più e del meno, esordisce dicendo: “Iniziamo il corso?....Bene!...PERDONATEVI SEMPRE, PERDONATEVI TUTTO, PERDONATEVI SUBITO. Ecco ragazzi, per voi il corso è finito. Potete andare”. Non so che faccia abbiano fatto quei due; dico soltanto che il Cardinale ha centrato il suo intelligente e ricco intervento su uno dei pilastri della vita cristiana in generale e del matrimonio in particolare…il perdono! Molti anni fa, quando ero adolescente, amavo leggere la rubrica: “Colloqui col Padre”  del settimanale Famiglia Cristiana. Mi piaceva perché in essa venivano pubblicate alcune lettere, giunte in redazione,  riguardanti diverse situazioni di vita. A queste faceva seguito  la risposta di un sacerdote. Ne ricordo una in particolare. Era scritta da una donna che ha tradito il marito in un momento di debolezza. Essa amava il marito e il rimorso si era impadronito di lei…non viveva più…..sentiva il bisogno di espiare “la colpa”. Una sera, a letto, dopo lunghi attimi di silenzio disse “ Ti ho tr….” Ma lui le chiuse immediatamente la bocca con un bacio dicendole: “Lo so, non parliamone più”. Quella donna concluse la sua lettera dicendo che da quel giorno amava suo marito più di se stessa. Per me, quell’uomo era un grande; un autentico maestro di vita. Ma anche lei non era da  meno per via del rimorso e della scelta di dire tutto al marito col rischio di perderlo…di perdere un tipo così. Ti confesso che li ammiro entrambi.
Un altro momento della vita in cui ho fatto, e faccio tuttora,  l’esperienza di sentire Gesù presente è la sofferenza. Anche Lui l’ha provata e sicuramente non poca. Molte volte questa “signora” porta con sé sua cugina…la solitudine; ma anche qui Lui è presente. Purtroppo, a volte dimentico che con me sta soffrendo anche Gesù dando modo alla tristezza di prendere il sopravvento; segno, secondo me, di un residuo di ribellione alla sofferenza, alla malattia e a quanto essa comporta. Fortunatamente per me, questi momenti vengono superati perché se è vero che la tristezza è sempre pronta a colpire, è altrettanto vero che Gesù non se ne sta bello comodo con “le mani in mano” Gesù agisce operando comunque una  “guarigione”. Sono più che mai convinto che, nel corso della mia vita, ho ricevuto tanti miracoli, tante guarigioni senza essermene accorto perché nel mio cuore gli occhi della fede erano chiusi. Fondamentale per me, in questo caso, è il racconto evangelico dei Discepoli di Emmaus che, stanchi, delusi e tristi per la morte di Gesù hanno finito  per averlo come compagno di viaggio. Mi piace tanto da far fremere la mia anima il punto del racconto che dice.”…si mise a camminare con loro”. Unico questo Dio; vede la nostra tristezza e si mette a camminare con noi per riportarci alla gioia. Si, scusa caro amico o amica se mi ripeto ma per me è troppo importante: sulla strada della delusione, dell’amarezza, dei  momenti di chiusura c’è sempre Gesù pronto a camminare con noi e dopo un percorso interiore che può durare minuti, ore, giorni, mesi o anni … la gioia ritorna a  casa padrona del cuore.
Un’ultima cosa poi concludo. Sento la presenza viva di Gesù accanto a me anche quando ho modo di svolgere un servizio: una parola buona, un piacere, un conforto o aiuto morale…quattro chiacchiere  in materia di fede…perché no? Si parla tanto, di tutto, di più ma…di Dio? Scommetto che se parlassimo più spesso di Dio, saremmo tutti più uniti, più vicini gli uni agli altri, diventeremmo a poco a poco uomini di pace. Sempre a poco a poco, mai di fretta, impareremmo anche a nutrirci maggiormente di Lui attraverso l’ascolto della Sua parola soprattutto il Vangelo che di versetto in versetto trasforma e riscalda il nostro cuore. Gesù ci ha lasciato il Suo Corpo:l’Eucarestia che nasce come un unico Pane, si frantuma in tantissime parti (particole), entra nel cuore degli uomini e poi? …e poi quel Pane cerca di ricomporsi ancora…avvicinando tra loro gli uomini. Ecco chi è Dio. E’ Colui che ci ha creato per amore e sempre per amore, un bel giorno, ha lasciato il comodo cielo…e…e si è fatto uomo.
Caro/a amico/a, non ho parole per ringraziarti d’avermi letto fin qui. Fra pochi istanti, il mio cuore cesserà di dettare alle mie mani le parole da scrivere e si rivolgerà a Dio, affinché tu possa sentire in ogni momento la Sua presenza nella tua vita sempre e comunque splendida ai Suoi occhi…e ai miei.
Ciao.
                                                                                              Tuo affezionatissimo

                                                                                             Tanino   

Martedì, 1 luglio 2014


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